Jari Lanzoni: istruttore e studioso di scherma storica, saggista, romanziere e autore di giochi di ruolo. Intervista a uno degli autori di Zappa e Spada!

“Svaginate le lame dai foderi ingrassati, Edro scattò lateralmente verso l’avversario alla sua destra e ne guadagnò rapido il fianco sinistro. Vregho, il secondo aggressore, si trovò a dover principiare uno strano macabro balletto: Edro continuava a muoversi in modo tale che il suo amico LLasl fosse sempre interposto tra loro.

Il Capitano aveva imparato un paio di semplici regole nei brutali pestaggi a cui i suoi coetanei l’avevano sottoposto: usare sempre un nemico contro l’altro e muoversi di continuo.”

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Ho scoperto solo di recente le storie di Jari Lanzoni e, andando a scavare, è venuto fuori che fosse anche il creatore del gioco di ruolo ufficiale di Eymerich l’Inquisitore, pubblicato qualche anno fa. La cosa è presto diventata ancor più ghiotta, quando ricostruisco che Jari è anche istruttore e autore di saggi di scherma antica, legato alla rete di sale d’armi più importante d’Italia, che opera da vent’anni, l’Achille Marozzo. Ricostruisco talmente bene, che scopro di avere già un suo libro in biblioteca, preso dal Cerchio Edizioni a qualche fiera dell’anno scorso.

😀

Insomma, narrativa, saggistica, giochi di ruolo, consulenze storiche e pratica concreta di scherma antica… in pratica Jari Lanzoni è una specie di genio rinascimentale!

Non potevamo a questo punto non contattarlo per l’antologia Zappa e Spada, per la quale già sappiamo che ci onorerà con un racconto dalla centralissima componente bellica, mettendo in scena duelli, battaglie e mischie con la perizia che pone in tutte le sue opere e nelle consulenze che fa conto terzi. Una perizia che possiamo considerare a tutti gli effetti la più qualificata del panorama italiano.

Per tutti questi motivi, ho deciso di presentarvi Jari Lanzoni con questa lunga chiacchierata, che potrebbe aprire una piccola serie di interviste analoghe agli autori di Zappa e Spada. Ecco dunque una bella…

Intervista a Jari Lanzoni

Bentrovato Jari e grazie per la tua disponibilità. Ho già citato le tue tante passioni: quale di queste è nata prima e ha trascinato tutte le altre?

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Salve a tutti!

Ho iniziato a giocare di ruolo a 14 anni (quindi imparando a inventare), mentre la mia passione per libri e fumetti cresceva continuamente. Poi, con il tempo, è venuta la voglia di scrivere; lettura e scrittura mi hanno quindi portato alla scherma… mi ci hanno portato letteralmente, fisicamente.

Quando ero molto più giovane (ahimè) mi iscrissi infatti alla Mailing List dello scrittore Valerio Evangelisti e proprio per uno dei raduni annuali, credo nel 2002, uno dei partecipanti ci invitò ad assistere a un seminario di scherma antica tenuto da Maurizio Maltese, e sia io che Evangelisti accettammo.

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Al pranzo successivo ebbi modo di parlare con Maltese che per primo mi accennò alla trattatistica storica che sta dietro alla formazione marziale. Iniziai allora a cercare in internet una scuola di scherma antica che partisse proprio dai trattati e i risultati furono curiosi: siti orrendi, inquietanti, compagnie di scherma storica più o meno corazzate, più o meno vistose, più o meno rievocative, più o meno templari. Tutti citavano alcuni trattati, sempre gli stessi.

Finalmente mi rispose l’Istruttore della Sala d’Arme Achille Marozzo e iniziai il mio percorso marziale, e ringrazio ancora Evangelisti per essere venuto con me a quello stage.

La cosa che subito mi colpì fu che i fondatori della scuola pubblicavano quei trattati citati da altri, dal Flos Duellatorum al Vadi e poi altri ancora, inoltre seguivano una metodologia rigorosa e con scelte formative serie e poco “commerciali”.

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Seguirono una serie di corsi, stage, studi e incontri/scontri con i personaggi più curiosi che popolano l’attuale panorama schermistico italiano, ma in questo “Mare Magnum” incontrai anche sinceri appassionati, ricercatori metodici e straordinari combattenti.

A quel punto spada e narrativa non hanno potuto che intrecciarsi, in particolare per la solida formazione tecnica che la SAAM richiede e che è possibile apprendere solo dedicandosi allo studio. In particolare allo studio dei testi originali, cosa non facile all’inizio ma che in seguito diventava semplice come apprendere una nuova lingua.

Scoprire l’esistenza del Maestro Medievale Fiore de Liberi e dei suoi successivi depositari come i bolognesi Achille Marozzo, Antonio Manciolino e altri ancora, mi ha spinto come altri a ricercare elementi della loro storia, approfondire lo stile di vita tipico della loro epoca e gli eventi in cui potevano esser stati coinvolti, da qui la lettura dei Guicciardini, del Cellini, del Leandri, di trattati e di saggi.

2) Per quanto riguarda la narrativa: abbiamo cominciato l’intervista con lo stralcio di un duello, scritto nel tuo stile inimitabile. Descrivici come Edro finirà di abbattere quella coppia di tagliagole che sono appena spuntati alle sue spalle nel vicolo.

LLasl lavorava di squarcina e si proteggeva con un brocchiero rugginoso, aveva previsto un lavoro facile in due contro uno e la completa inutilità di Vregho lo innervosiva tremendamente, esplicitamente, troppo. Edro approfittò di quello stato d’animo, finse di mancarlo e di essersi sbilanciato troppo sul lato sinistro, esponendo la spalla opposta, LLasl rimase ingannato e menò un potente fendente. Edro arricciò il labbro inferiore in un sorriso mentre parava il colpo con la spada e, mantenendo in alto il braccio armato dell’altro, ne aprì profondamente il polso destro con il pugnale. Si staccò da lui per evitare un colpo di Vregho, ma tanto LLasl era diventato un bersaglio secondario, impegnato com’era a tenersi contro il ventre il polso zampillante.

Il secondo sicario capì che la situazione si era capovolta rapidamente, troppo rapidamente, e iniziò a mulinare il pesante spadone sperando di prevalere per impeto. Diminuendo fulmineamente la distanza tra loro, Edro parò il colpo più forte incrociando le armi, lavorò di pugnale, forzando, sforzando, mantenendo bassa la lama larga e pesante del suo avversario mentre gli staccava un paio di dita della mano destra con un basso taglio di spada. Cercare di raggiungere la sua gola sarebbe stata una pessima economia di tempo ed energia: avrebbe potuto proteggersi con l’impugnatura dello spadone o sacrificando il braccio sinistro.

Con le falangi che cadevano sul pavimento lurido del vicolo, Vregho era diventato un bersaglio più facile che cercava inutilmente di impiegare un’arma troppo pesante da usare e poco efficacia. Il Capitano la ribatté via con una forte smaccata e ruotando il polso gli aprì la gola con un taglio orizzontale. Lo lasciò a dissanguarsi mentre alzava la mano sinistra lanciando di scatto il suo pugnale: l’arma si piantò nella schiena di LLasl che aveva intanto cercato di guadagnare l’uscita del vicolo.
(…)
Edro sbuffò, scosse il capo e tornò a immergersi nel caotico traffico umano della Macchia sperando di trovare acquavite, focaccia di sesamo e imbonitori volgari dentro un’osteria.”

L’accoppiata di spada e pugnale è la preferita da Edro Dharnassim: il controllo dell’intenzione e dell’arma nemica è per eccellenza una delle massime forme del combattimento.

3) Tra le tante cose sei anche autore del gioco di ruolo di Eymerich, per il quale ti sei occupato anche delle regole. Ricordo in particolare l’accuratezza della parte dedicata al combattimento e il sistema degli Escamotage. Ce li vuoi spiegare in breve?

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Il Mondo di Eymerich è stata una buona palestra, oltre ai romanzi mi lessi una decina di saggi sul periodo storico e mi venne l’idea di un regolamento che permettesse al giocatore stesso di “alterare” parte della storia, di inserire elementi narrativi come colpi scena, l’arrivo di personaggi non giocanti e molto altro.

Per quanto riguarda gli Escamotage, ho pubblicato liberamente il mio sistema nella sua versione più ampliata.

4) Parliamo di scherma antica, di cui sei istruttore e studioso. Quali stili e armi sono i tuoi preferiti e quali secondo te rendono meglio nella narrativa? Ci sono delle cose che sembrano incredibili e invece accadevano realmente?

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Tra le discipline che più mi appassionano ci sono le armi inastate, dalla lancia all’azza d’arme (che non a caso brandisce il protagonista del mio primo romanzo “Domatori di Draghi”), per semplicità e purezza di stile, oltre ad accoppiate d’armi come la spada e il pugnale, le sue spade o la spada e la cappa.

Rispetto a questa disciplina apro una piccola parentesi in merito: dal medioevo in poi la spada a due mani è considerata l’arma nobile e del cavaliere, ma l’Impero romano non ha certo usato quest’arma enorme e dispersiva per conquistare il mondo, tutt’altro, nel saggio che descrivo in seguito riporto anche un caso in cui spada e mantello è la soluzione preferita dai centurioni.

Dal punto di vista narrativo, credo che un combattimento sia interessante se sbilanciato sin dall’inizio e il protagonista riesce a trovare un escamotage interessante per ribaltare la situazione. A quel punto è meglio aver studiato (letteralmente) situazioni interessanti e poi affidarsi al buon senso.

Rispetto alle “cose che sembrano incredibili e invece accadevano realmente” ho terminato di recente la revisione di un saggio dal titolo “Il Combattimento Storico da Strada” che quest’anno verrà pubblicato da Dielle Edizioni.

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Sin dal Flos Duellatorum è possibile trovare all’interno dei trattati, dopo l’insegnamento delle tecniche da duello, una sorta di rassegna più o meno piccola di “situazioni particolari”: cosa fare quando si spezza la spada, come comportarsi quando si ha in mano solo un pugnale contro un avversario armato di lancia, che fare se si è disarmati contro un avversario che mulina un’alabarda o sta per tirare un colpo di pugnale.

Ho compiuto una lunga disamina di questi casi estremi e ho sviluppato un corso sperimentale presso la mia sede, poi ho concretizzato il tutto in un testo riassuntivo. E’ pieno di stratagemmi curiosi, riscontrati in testi storici, che spesso vediamo nei film: il pugno di sabbia in faccia, un disarmo magistrale e quanto altro. E di certo è un buon testo per chi vuole rendere i combattimenti un pò diversi.

5) Il tuo racconto Spada al soldo, Anima al soldo apparirà nell’antologia Zappa e Spada di Acheron Books. Parlacene un po’.

Si tratta del primo racconto in procinto di pubblicazione, rispetto ai tre già scritti, che si svolge in un mondo particolare, nel quale sto anche ambientando un romanzo e un gioco di ruolo. E’ un fantasy con ben poca magia e parecchi problemi di dislivelli sociali. Il mondo è composto da due terre divise dal mare e il popolo è formato da due caste separate da una montagna di denaro. Si tratta di una situazione che si richiama volutamente dal detenere o meno la cittadinanza romana ai tempi dell’Impero.

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Il tema è già anticipato dal titolo, una diretta citazione del cartello “spada a nolo, figlio a nolo” con cui esordisce Itto Ogami, il protagonista del fortunato manga “Lone Wolf & Cub” di Kazuo Koike e Goseki Kojima del 1970. Ambientato nel medioevo giapponese, segue le vicende dell’ex boia dell’Imperatore caduto in disgrazie e del viaggio che compie tra le varie regioni di un’epoca ancora gravata dalla grande differenza sociale tra i Samurai e la gente comune.

Spada al soldo, Anima al soldo parla di un mondo in cui un Cittadino che uccide un Popolano paga al massimo un piccolo risarcimento di poche monete, mentre il caso contrario provoca la messa al bando di tutta la famiglia del reo e la morte di quest’ultimo. Una società in perenne e triste pace sociale (tra una città e l’altra ci sono continui scontri di armate mercenarie al pari dell’età dei Comuni, ma è una mera “questione di lavoro” al pari di trattative finanziarie), una pace paralizzata dal sussistere di questo dislivello e dalle enormi difficoltà di emanciparsi dalla miseria.

Ottimo! Grazie mille e a presto!

Grazie a te!