Pietro Monte (o Pedro Moncio o Petrus Montius o Petrus Monti) è l’autore del primo libro occidentale sulle arti marziali e l’educazione fisica.

Biografia

Pietro Monte (detto anche Pietro Moncio alla spagnola) fu un Maestro d’armi italiano rinascimentale, la cui carriera come uomo d’arme, nonchè di scrittore, fu quasi interamente svolta in Italia. Vi sono alcuni autori che sostengono sia in realtà spagnolo, ma, allo stato attuale delle conoscenze, queste restano congetture abbastanza blande.

L’ipotesi più probabile è quella dell’appartenenza alla famiglia Bourbon del Monte Santa Maria, i cui appartenenti prendono semplicemente l’appellativo Monte o del Monte, una delle casate toscane più importanti del Medioevo, che successivamente si diramò anche in Umbria e nelle Marche, e fra le più importanti famiglie aristocratiche del principato mediceo. Tale famiglia, infatti alla fine del XIV secolo passo sotto protezione della Signoria di Firenze e da allora numerosi appartenenti a tale casato servirono sotto le insegne della città gigliata.

In particolare, un Pietro Monte di tale famiglia, nato nel 1457, fu un famoso condottiero e servì come capitano del popolo di Firenze al finire del XV secolo. Le sue gesta in azioni di guerra sono ricordate, tra gli altri, da Pietro Bembo e da Francesco Guicciardini.

Benedetto Croce lo segnala a capo dell’esercito mediceo il 14 aprile 1487, nelle cui fila si sarebbe peraltro messo in evidenza Pietro Navarro, durante la battaglia della Lunigiana, contro Genova, per il predominio della città di Sarzana. Successivamente, fu comandante di fanteria negli assedi che le truppe fiorentine realizzarono in più occasioni, ai danni di Pisa, dal gennaio 1494 al settembre 1503.

Successivamente, nelle corrispondenze della Repubblica Fiorentina risulta come Pietro Monte destasse alcune preoccupazioni poichè egli, nei primi anni del XVI secolo, stava reclutando soldati nel Mugello, storica zona di approviggionamento fiorentino, per formare unità da comandare al soldo della Repubblica di Venezia ove finì per servire come condottiero.

Morì nel maggio del 1509 durante la Battaglia di Agnadello fra le forze della Lega di Cambrai e la Repubblica di Venezia. Era talmente amato dalla popolazione fiorentina per i suoi precedenti servigi che, a Firenze, in suo onore vennero eseguite grandiose onoranze funebri.

E’ passato ai posteri sopratutto perchè Baldassarre del Castiglione lo cita nel suo libro del Cortigiano come colui che insegnò a Galeazzo da Sanseverino la lotta e l’uso delle armi. Che era ben conosciuto come un maestro d’armi è ulteriormente attestato da una nota di Leonardo da Vinci nella quale si appunta di consultare Monte per i suoi tentativi di calcolare la traiettoria di un dardo lanciato da una fionda. Entrambe queste informazioni confermano come l’area di attività di Monte fosse il centro Italia.

Dubbi sulla nazionalità

Come si è detto, recentemente sono stati avanzate dubbi sulla nazionalità italiana di Pietro Monte, malgrado la maggior parte dei bibliografi lo abbia sempre ritenuto italiano.

Del resto, di tutte le figure storiche del periodo di cui ci sia giunta notizia, quella del condottiero toscano è quella che si sposa meglio con quanto riportato nel “Libro del Cortigiano” e con l’autore di testi sulla lotta, le armi, il duello e le arti marziali in genere. Anche la morte nel 1509, anno di pubblicazione di molte opere riferite a un Pietro Monte, sembra confermare la coincidenza con questo personaggio storico.

Dall’altra parte, le prove a favore della tesi di origina spagnola sono la presenza di un Pietro Monte a Milano nel periodo in questione insieme all’utilizzo di alcuni termini spagnoli nelle sue opere.

Altro Pietro Monte famoso vissuto in quel periodo fu Pietro del Monte, giurista, filosofo, umanista, vescovo della città di Brescia, nato a Venezia nel 1390 e morto a Roma nel 1457.

Essendo tutti le opere a stampa riferite a Pietro Monte scritte in latino, queste non aiutano a dirimere tale dubbio. Va inoltre considerata la presenza di vari omonimi viventi nel periodo di scrittura e di pubblicazione delle opere. Questo rende plausibile anche l’ipotesi che opere diverse siano opere di persone diverse con lo stesso nome.

Opera trattatistica

Esistono diversi libri a stampa attribuiti a Pietro Monte.

Il primo libro riferito a un Pietro Monte è Petri Montis Philosophi de Conceptione Virginis opusculum (“Opuscolo sulla immacolata concezione di Pietro Monte”), stampato a Milano nel 1492 e tradotta in latino da Gundisalvo Ayora di Cordoba.

Il secondo è De dignoscendis hominibus (“Sul discernimento degli uomini”), tradotto in latino da Gundisalvo Ayora di Cordoba e stampato a Milano nel 1492, presso la stamperia di Antonio Zarotto. Anche quest’opera fu probabilmente commissionata da Giovanni Giacomo da Legnano come le successive. Opera assegnata a un Pietro Monte, filosofo, nato a Milano nel 1460 circa e morto nel 1530. Consta in 228 fogli divisa in 6 libri. Nei titoli delle prefazioni, prologhi e proemi ai vari libri sono riportate dediche “ad illustrissimam Elisabeth Hispaniarum Reginam” e “ad Iohannem Hispaniarum Principem”.

Vi è poi Opuscula … quae in hoc volumine continentur sunt haec. De brevi discursu intellectus. De abbreviatione et fundamento legum: Et de Principum administratione. De proverbiis. (“Opuscoli … che sono contenuti in questo volume sono i seguenti. Una breve discussione sulla forza dell’intelletto. Sulla leggi e sui breviari: i principi dell’amministrazione. Sui proverbi”). Stampato presso Alessandro Minuziano, a Milano o a Venezia, nel 1507.

Il successivo lavoro riferito a un Pietro Monte è il trattato in latino tardo-medievale dal titolo Collectanea di Esercizi e Arte Militare di Pietro Monte in tre libri (titolo originale in latino: Petri Monti exercitiorum atque artis militaris collectanea in tris libros distincta). Scritto sul finire del XV secolo in forma manoscritta, prende le stampe solo nel 1509 a Milano, presso presso la stamperia di Giovanni Angelo Scinzenzeler e commisionato da Giovanni Giacomo da Legnano, in seguito alla probabile morte dell’autore. Questo è il titolo che maggiormente interessa per lo studio della scherma antica.

Il trattato consta di 159 pagine, di solo testo in latino, ad esclusione di una sola illustrazione sopra il titolo che rappresenta il simbolo del committente. Il trattato contiene istruzioni e ammaestramenti sulla scherma con le più svariate armi, la lotta a mani nude, l’equitazione e l’educazione fisica, ma anche le caratteristiche delle diverse armature e consigli di tattica militare, oltre a numerose divagazioni filosofiche (teoria degli umori, anche applicata al combattimento, caratteristiche guerresche dei vari popoli europei e confinanti…). L’impostazione del trattato, piuttosto caotico nella trattazione (non per niente Pietro Monte stesso lo definisce “Collectanea”), sotto molti aspetti è da considerarsi più medievale che rinascimentale.

Sempre di un Pietro Monte è il De singulari certamine sive dissensione: deque veterum recentiorumque ritu ad Carolum Hyspaniarum principem et Burgundie archiducem libri tres (“La singolar tenzone o disputa di Pietro Monte, circa l’antico rituale, a Carlo Principe di Spagna e arciduca di Borgogna, in tre libri”). Questo viene stampato a Milano sempre nel 1509, sempre presso Giovanni Angelo Scinzenzeler e commissionato da Giovanni Giacomo da Legnano. In quest’opera Monte si occupa del duello della descrizione delle vertenze d’onore private. Sia in questa opera sia nella precedente viene citato lo scrittore militare spagnolo Gonzalo de Ayora, probabilmente coincidente con Gundisalvo Ayora, già visto come traduttore delle prime opere citate <da verificare>.

Sempre a Milano e sempre presso Giovanni Angelo Scinzenzeler e commissionato da Giovanni Giacomo da Legnano, nel 1509, viene stampato anche Petri Montii de unius legis veritate et sectarum falsitate opus. vtilissimum & perspicacissimum. (“Opuscolo sulla sola legge della verità e le scuole di falsità di Pietro Monte, lavoro utile e molto sagace.”) in libri undici.

I Manoscritti

Vi sono poi due manoscritti ritrovati e riferiti sempre a Monte.

Il primo è Libro del exercício de las armas (“Libro della Esercizio delle armi”) o MS a.IV.23. Attualmente è posseduto dalla Real Biblioteca del Monastero di San Lorenzo de El Escorial a Madrid, in Spagna. Si tratta di 52 fogli con la traduzione in Spagnolo di parti del “Petri Monti exercitiorum atque artis militaris collectanea” stampato a Milano nel 1509.

Il secondo è De la Palestra o Codex Estense T.VII.25. Attualmente è in possesso della Biblioteca Estense di Modena, in Italia. Si tratta di 37 fogli con la traduzione in Italiano della parte relativa alla lotta del “Petri Monti exercitiorum atque artis militaris collectanea” stampato a Milano nel 1509. In questa opera scritta in Italiano vi sono però alcuni termini di lotta citati in lingua spagnola.

Citazioni bibliografiche

Jacopo Gelli

Opera di scherma.
… 1509 …

Questo trattato di cui non si ha traccia che nelle citazioni delle opere del Morsicato Pallavicini e di Antonio Marcelli (1670 e 1686) era ritenuto come l’opera di scherma la più autorevole. Il Moncio fu tra i primi che pubblicarono in Italia un’opera di scherma, se si considerano lavori antecedenti come quello di Fiore de Liberi di Premariacco.

Testo di riferimento: Bibliografia Generale della Scherma del Cav. Jacopo Gelli. Firenze. Tipografia Editrice di L. Niccolai. 1890.

Pantanelli e Orioli

Pietro Moncio (o Montius o Monti o Monte)
E’ il primo maestro di scherma che compila un trattato organico della propria materia: Petri Montii Exercitiorum atque artis militaris collectanea in tris [sic] libros distincta.
Questo studio viene citato a posteriori da due autori: Pallavicini Morsicato, nel suo trattato del 1670 e Antonio Marcelli nel trattato del 1676.
Il Monte, pur essendo di scuola bolognese, visse alla corte urbinate e viene citato nel Cortegiano di Baldassarre Castiglione come “il solo e vero maestro d’ogni artificiosa forza e leggerezza, così del cavalcare, giostrare e qualsivoglia altra cosa”.

Testi di riferimento:

  • v. Pantanelli,G. Scherma e maestri di scherma bolognesi, estratto dalla “Strenna storica bolognese”, anno terzo, cooperativa tipografica Azzoguidi, Bologna, 1930
  • Orioli, E.: La scherma a Bologna, in “Resto del Carlino”, 20-21 maggio 1901, n. 140

Baldassarre Castiglione

“Ma per venire a qualche particularità, estimo che la principale e vera profession del cortegiano debba esser quella dell’arme…”

“Qualche volta nasceano altre disputazioni di diverse materie, o vero si mordea con pronti detti; spesso si faceano imprese come oggidì chiamiamo; dove di tali ragionamenti maraviglioso piacere si pigliava per esser, come ho detto, piena la casa di nobilissimi ingegni; tra i quali, come sapete, erano celeberrimi il signor Ottaviano Fregoso, messer Federico suo fratello, il Magnifico Iuliano de’ Medici, messer Pietro Bembo, messer Cesar Gonzaga, il conte Ludovico da Canossa, il signor Gaspar Pallavicino, il signor Ludovico Pio, il signor Morello da Ortona, Pietro da Napoli, messer Roberto da Bari ed infiniti altri nobilissimi cavalieri; oltra che molti ve n’erano, i quali, avvenga che per ordinario non stessino quivi fermamente, pur la maggior parte del tempo vi dispensavano; come messer Bernardo Bibiena, l’Unico Aretino, Ioanni Cristoforo Romano, Pietro Monte, Terpandro, messer Nicolò Frisio; di modo che sempre poeti, musici e d’ogni sorte omini piacevoli e li più eccellenti in ogni facultà che in Italia si trovassino, vi concorrevano.”

“…ché sí come del lottare, volteggiare e maneggiar molte sorti d’armi ha tenuto per guida il nostro messer Pietro Monte, il qual, come sapete, è il vero e solo maestro d’ogni artificiosa forza e leggerezza, cosí del cavalcare, giostrare e qualsivoglia altra cosa ha sempre avuto inanzi agli occhi i piú perfetti, che in quelle professioni siano stati conosciuti.”

“E però in loco di questo non sarebbe forse stato male insegnar qualche particularità di quelle che appartengono al servizio della persona del principe, ché pur al cortegian si convien saperle ed aver grazia in farle; o veramente dir del modo che s’abbia a tener negli esercizi del corpo e come cavalcare, maneggiar l’arme, lottare ed in che consiste la difficultà di queste operazioni -. Disse allor la signora Duchessa ridendo: – I signori non si servono alla persona di cosí eccellente cortegiano, come è questo: gli esercizi poi del corpo e forze e destrezze della persona lassaremo che messer Pietro Monte nostro abbia cura d’insegnar, quando gli parerà tempo piú commodo;”

“Però questi che, quando son per far qualche impresa, parlan tanto e saltano, né possono star fermi, pare che in quelle tali cose si svampino e, come ben dice il nostro messer Pietro Monte, fanno come i fanciulli, che andando di notte per paura cantano, quasi che con quel cantare da se stessi si facciano animo…”

Testi di riferimento:

Rachel Annand Taylor

The fencing-masters went by with springing steps. These he saluted, for he still loved parry and thrust, swords and swordsmen. Camillo Agrippa was a famed Milanese sword-master, Pietro Monte, jouster, fencer, wrestler, vaulter, who had for pupil the famous Galeazzo Sanseverino himself, fascinated Leonardo by his skill in throwing darts.

Testi di riferimento:

  • Leonardo the Florentine: A Study in Personality, Rachel Annand Taylor; Richards Press, 1927. 582 pgs.

Alberto Marchionni

Ed infatti Giacomo Ponz o Pietro de las Torres nel 1474 pubblicarono i loro precelti sull’arte della Scherma.
L’Italia, che non è stata mai seconda a nissuna nazione tanto nel maneggio della penna, che della spada, vide in seguito non solo un numero cospicuo di trattatisti di Scherma, ma pur anco i più accreditati Pietro Moncio (italiano) nel 1509 dava alle stampa il suo Trattato, il quale era seguito da Antonio Manciolino Bolognese, che intitolò il suo libro “Opera nuova ove sono tutti i documenti e vantaggi che si ponno avere nel mestiero dell’armi d’ogni sorte” con poche vignette e pochissimoo correlativo al testo.

Testo di riferimento:Trattato di scherma: sopra un nuovo sistema di giuoco misto di scuola italiana e francese. Di Alberto Marchionni. Pubblicato da Dai Tipi Federigo Bencini, Firenze 1847.

Marcelli Francesco Antonio

Pietro Moncio Maestro Italiano, stampò un libro di Scherma nel 1509.

Testo di riferimento: Regole della scherma insegnate da Lelio e Titta Marcelli, scritte da Francesco Antonio Marcelli, figlio e Nipote e Maestro di scherma a Roma. Pubblicato nella stamperia di Dom. Ant. Ercole, Roma 1686.

Gorio Gio. Pietro

Per il tirare in tempo, altro non s’ntende, che il tosto partire sopra qualunque motto, ò di Vita, ò di Spada on giusta misura: come asserisce pure Pietro Montio part. 2. fol. 6.

Testo di riferimento: Arte di adoprar la spada per sicuramente ferire e perfettamente diffendersi. Dedicata e consegrata al nome e merito dell’illustrissimo sig. Conte Pirro Visconti Borromeo Aresi.
Milano, 1682, Federico Francesco Majetta.

Contributi Moderni

  • Carlo Bascetta. Sport E Giuochi: Trattati E Scritti Dal XV Al XVIII Secolo. Milano: Il Polifilo, 1978. ISBN 978-8870501223, contiene la descrizione, la trascrizione e la disamina sul manoscritto “De La Palestra”.