Uno degli argomenti alla base de “Il Combattimento Storico da Strada” è l’analisi dei casi particolari, che riguardano uno scontro tra due avversari armati diversamente, una condizione estremamente rara in duello ma non certo nelle “Brighe & Risse”, argomento proprio dei trattati antichi sin dai tempi del Flos Duellatorum.

Alcune interessanti dinamiche le si possono riscontrare nel “Trattato teorico-pratico della Scherma di Bastone, col modo di difendersi contro varie altre armi sia di punta che di taglio” del Maestro Giuseppe Cerri (Milano 1854), in particolare nell’ultima parte: “Sistemi di Difesa Contro varj ferri ed istrumenti agricoli Da tenersi in conto d’armi.”
A distanza di oltre quattro secoli dal Flos, un Maestro desidera istruire gli allievi sulle più varie situazioni che potranno mai trovarsi ad affrontare. In questo breve sunto si noterà l’ipotesi di un armato di bastone che affronta un nemico che brandisce uno Staffile, la più “moderna” versione del mazzafrusto di medioevale memoria, che ebbe maggior fortuna nei trattati tedeschi che in quelli italiani (si veda ad esempio l’opera di Paulus Hector Mair). Le soluzioni contro il Flagello appaiono subito semplici, ma estremamente efficaci, specie nel rivolgere direttamente contro l’avversario proprio una della caratteristiche dello Staffile: la sua duttilità e mobilità.
“Del Flagello o Staffile”
“Il Flagello o Staffile è un’arma terribilissima quando sia stretto da una mano addestrata al suo maneggio; esso è molto usitato dai marinaj, principalmente da quelli appartenenti agli Stati-Uniti d’America che l’adoprano con impareggiabile destrezza.
Anche ai tempi del medio-evo usavasi una specie di clava a due mani con unitavi catena e palla, arme che venne ben tosto abbandonata al primo apparire delle armi da fuoco per essere di troppo peso e assai malagevole. Il Flagello o Staffile d’oggidì, benchè a prima vista appaja un’imitazione dell’antico, pure in sostanza è ben differente per il peso e la lunghezza di gran lunga minore e per un maggior numero di catenelle munite di palle.
Quest’arma è composta di un bastone della lunghezza di circa 14 once (0,392 kg.) compresa il manico; quest’ultimo occupa lo spazio di un once due e mezzo o poco più, il resto è legno liscio perfettamente cilindrico verso l’estremità del quale gira un anello con sei fori da ognuno de’ quali pende una catenella della lunghezza di once nove circa; in capo a cadauna di esse è attaccata una palla di piombo del peso di un’uncia; il tutto stabilito in guisa che per qualunque maniera facciansi girare le catene non veghino mai fra loro ad intralciarsi dovendo l’anello girare costantemente a seconda del moto impressovi; con ciò vanno le catenelle a percorrere tutto l’egual giro volando a colpire quasi allo stesso punto.
Contro un’arma costanto formidabile un tiratore di bastone dovrà cautamente conservarsi fuori di misura, rivolgendo sempre verso il viso del nemico la punta del bastone, procurando di eseguire una mossa mercè la quale la quale le catene dell’arma nemica abbiano ad attorcigliarsi al bastone, che al solito deve essere impugnato con ambe le mani. Subito che il tiratore scorgerà il bastone legato dovrò dare una violenta strappata per rompere le catene o corde formanti la parte offensiva dell’istrumento nemico, oppure svellerglielo dalle mani, la qual cosa è ben facile, giacché l’avversario dovendo adoprare il flagello con una sola mano non verrebbe ad avere bastante forza per reggerlo contro due mani; ed in allora il tiratore di bastone chiuderà la misura facendosi avanti per percuoterlo di bastone; ma se invece non avesse potuto ottenere il disarmo o lo spezzamento delle catenelle o corde, in tal caso dovrò lo schermidore di bastone vbrare una punta col manico della propria arma al viso o al petto dell’avversario, ponendolo così fuori di combattimento.
Se però nello strappo che lo schermidore avesse intrapreso contro l’individuo armato del flagello vedesse scivolare il suo bastone senza causare la rottura o la levata dell’arma al nemico, bisognerà egualmente che chiuda la misura slanciando colpi di testa o di faccia come più gli tornerà conveniente, perché i colpi al viso siano da anteporsi per essere più pronti e senza impedimenti, tanto tirandoli a destra che a sinistra, dovendo il nemico in causa della strappata aver il braccio momentaneamente paralizzato di modo che sull’istante non avrò tempo di rimettersi in guardia contro ulteriore attacco: Percossolo, dovrà il tiratore di bastone rompere la misura per porsi nuovamente in difesa se mai il battuto avversario fosse ancora in istato di tenergli fronte per non essere rimasto colpito che alle spalle, in cambio del viso, per inesattezza di mossa.”
