L’Autore
Giovanni Dalle Agocchie, o Agucchi, o Agocchia, fu Trattatista e Autore dell’opera Dell’Arte di Scrimia, Venezia 1572. Maestro d’Arme Autheticato, come si deduce dalla lettura del testo, non ha trattato di un vesto numero di discipline e pur tuttavia è forse il più lineare e cristallino Formatore tra i Maestri d’Arme, particolarmente adatto ai neofiti che si avvicinano all’Arte della Scherma.
Il Dalle Agocchie compone bravamente il proprio trattato sotto forma di un dialogo avvenuto tra lui e il giovane Lepido Ranieri, “molto intendente dello essercitio dello schermire”, nel palazzo di Girolamo Martinenghi a Brescia nel 1571.
L’autore approfondisce l’arte di spada sola, strette di mezza spada, spada e pugnale e spada e cappa, infine dedica le ultime due parti dell’opera alla giostra e alla disposizione in campo delle armate. La forma di un dialogo maestro/allievo permette al Dalle Agocchie di approfondire dettagliatamente il maneggio delle diverse armi, ma sopratutto di uscire dall’ambito squisitamente tecnico dell’insegnamento per rispondere a diverse provocazioni o pareri discordanti che Lepido gli riferisce, cogliendoli probabilmente dal comune pensiero di quel periodo.
Grazie a tale formula, il Dalle Agocchie non solo opera per diffondere la propria arte, ma anche per difenderla sgombrando il campo da incomprensioni e superficialità provocate dalla decadenza di una parte dei maestri d’arme suoi contemporanei a cui non riconosce alcuna qualità d’insegnamento, “Perche permettere non si dovrebbe, che alcuni insegnasse quello di che a sufficienza instrutto non fosse”.
Fonti:
- Giovanni Dalle Agocchie su Scrimipedia.
- Giovanni Dalle Agocchie su Wiktenauer.
- Giovanni Dalle Agocchie su Treccani.
- Il trattato di Giovanni Dalle Agocchie su Museo Galileo.
Struttura del Trattato
“AL MOLTO ILLUSTRE SIGNORE
Il Signore Conte Fabio Pepoli. Conte di Castiglione, mio Signore et patron sempre osservandis.
L’HAVER conosciuto che vostra Signoria Illustre fin da suoi teneri anni s’è dilettata molto delle virtù che s’appartengono a Caualiere onorato; et l’animo c’ho avuto sempre di servirla, at farle cosa grata; m’hanno più molte fatto desiderare di poterlene mostrare alcun segno. Però essendomi ora deliberato di porre in luce la presente opera; hò terminato, ch’ella porti seco l’honorato nome di vostra Signoria Illustre.

Cosi dunque a lei la porgo, non per agguagliare con questo humil dono il debito ch’io tengo con lei, che tanto oltra non si estendono le deboli forze mie; ma per lasciarle alcun testimonio dell’amoreuole mia servitù. Onde prego vostra Signoria Illustre ad accettarla benignamente, et con la solita cortesia, la quale ho conosciuto sempre nella singolare bontà dell’animo suo: ch’io porrò quest’obbligo appresso gli altri infiniti, che io tengo con lei. et con basciare a vostra signoria Illustre riverentemente la mano; prego nostro Signore Iddio, che si degni concederle il compimento di tutti i suoi desiderij.
Di vostra Signoria illustre Affettionatissimo servitore”
Giovanni dall’Agocchie
-Dedica
-Proemio di messer Giovanni DallAgocchie Bolognese, Sopra il suo libro dell’arte dello Schermire.
-Il Primo Libro de’ dialoghi – Nella qual si tratta dello Schermire con spada sola; diviso in cinque giornate.
-La seconda giornata del Primo Libro – Nella quale si ragiona dello schermire con spada sola.
-La terza giornata del Primo Libro – Nella qual si tratta del modo, che si deve tenere in tentar d’offendere il nimico, quando si voglia essere il primo a ferirlo.
-La quarta giornata del Primo Libro – Nella qual si tratta della spada, & del pugnale.
-La quinta giornata del Primo Libro – Nella quale si tratta del modo di valersi della spada, & della cappa.
-Secondo Libro – Sesta giornata de’ dialoghi. Dove si ragiona dell’arte della giostra.
-Terzo Libro – Settima giornata de’ dialoghi. Dove si ragione d’un modo facilissimo per fare di quattro forte battaglie, insieme con l’ordine, che si debbe tenere per trovare le radici de’ numeri.
Le Discipline
“Lep. Hora ch’io hò inteso queste ragioni, et ch’io mì son certificato di tante , at cosi diverse opinioni , che da me più volte sono state intese sopra quest’arte dello schermire , sarà bene, che noi diamo luogo, at che domani piacendovi siamo insieme per ragionare delle armi accompagnate. Gio. Molto volentieri; at il nostro ragionamento sarà sopra la spada co’l pugnale : at poi seguiremo ancora di spada et cappa ; accioche quando haverete bene inteso queste specie differenti , et più necessarie, et che sopra vi haverete fatto buona prattica, possiate venire piu facilmente, in cognitione di tutte l’altre.” Arte di Scrimia, 1572
Lo studio e il confronto con l’esperienza dei Maestri Authentici ha portato allo sviluppo di un determinato percorso propedeutico per gli allievi, a cui sono accomunati Riformatori e Tradizionalisti del ‘500 italiano quali Di Grassi, Agrippa e Dalle Agocchie.
Sulla base del trattato Arte di Scrimia del Maestro Giovanni Dalle Agocchie, scelto quale personale punto di riferimento marziale, è stato facile strutturare una progressione di competenze che via via vanno acquisite: Spada da Lato, Spada e Pugnale, Spada e Cappa e, culmine della Tradizione bolognese, Strette di Mezza Spada.
Spada da Lato
Regina, scala, guida e fondamento della Scherma
“Gio. Poi che hieri, Meser Lepido mio, per la brevità del tempo non potei compiacervi; hoggi cercherò di farlo, ragionandovi di spada sola: at conveniente cosa è, che prima di questa, et poi delle altre armi trattiamo, per esser con ragione a tutte anteposta, come arma principale, più necessaria, at piu importante: la quale meritamente reina dir possiamo, per essere scala at guida, at fondamento di tutto lo schermo.” Arte di Scrimia, 1572

L’impiego della spada ad una mano sola come primo insegnamento di scherma segue una tradizione antica, dall’Anonimo Bolognese dei primi del ‘500 fino al secolo successivo. Abituati a difendersi e offendere con l’arma più semplice e lineare, gli allievi acquistano subito dimestichezza e capacità difensive che saranno poi importanti per i passi successivi.
Il primo passo percorso contiene tutte le basi di spada da lato utili nella comprensione delle discipline successive.
Spada e Pugnale
“Essendo con quanta brevità è stata possibile venuto al fine di quello che la vera scienza della spada si può trattare, pare cosa convenevole, venendo dal semplice al composito, trattar di quelle armi prima che dalla spada sola in fuori sono o piu semplici o meno composite, at di quelle principalmente che hoggi dì s’usano, et nelle quali piu gli huomini si esercitano, le quali sono la spada accompagnata dal pugnale, che è accrescimento si in offesa come in difesa.” Ragione di Adoprar sicuramente l’Arme, 1570

Il secondo passo di questo percorso formativo prevede l’impiego della seconda mano, armata del veloce pugnale, o daga.
L’allievo deve comprendere il coordinamento tra le due mani, sia in azioni congiunte di incrocio d’arme e risposta, che disgiunte a cui affida la funzione protettiva all’arma leggera e quella offensiva alla lama lunga.
Spada e Cappa
“Per continuare nelle arme piu usate, con le quali piu facilmente l’huomo si trova, dopo il pugnale vengo alla capa, l’uso della quale è stato prima ritrovato dal caso, at poi ridotto in arte, ne cio per altra causa, se non che la Natura non solo intende di generare le cose, ma ancora le generate conservare, at per cio fare piglia in suo agiuto tutte quelle cose che lo sono comode.” Ragione di Adoprar sicuramente l’Arme, 1570

Divenuti abili nell’uso della seconda mano armata, gli allievi procedono ad impiegarla non più con il supporto sicuro della daga, ma con attorno uno strumento di uso assai più comune.
La cappa, o il mantello, erano indumenti quotidiani, il cui utilizzo in accoppiata con la spada è da sempre considerato utile e prezioso. Facile da lasciar cadere dalle spalle, e avvilupparsi attorno al braccio, la cappa divenne l’ideale per le schermaglie o le aggressioni urbane.
Strette di Mezza Spada
“…si puo conoscere da questo, che i maestri antichi la sapevano benissimo: anzi il fondamento loro era il ristringersi a meza spada. Ma essendo difficil cosa, ne possendosi usare senza ingegno, at arte grandissima; essi lo riserbavano all’ultimo ad insegnare, et non da principio, come fanno questi novi maestri, iquali crederò, che molto s’ingannino: perche (come dicono i savi) sempre nel principio le cose facili, at nel fine le difficili si debbono insegnare.” Arte di Scrimia, 1572.

Con il termine Strette di Mezza Spada si intendono le tecniche che prevedono una distanza ridotta tra i due combattenti, tale per cui quanti hanno guadagnato il vantaggio di entrare nella guardia dell’avversario difficilmente permettono all’altro di eludere l’attacco.
Utilizzando la mano sinistra per prese sul braccio o l’impugnatura nemica, l’allievo ha raggiunto il grado di competenza che secondo il Maestro Dalle Agocchie completa del tutto il suo percorso marziale.